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Itinerari FORESTA S. ANTONIO

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Itinerario 8 Anello del Faggione

   DATI TECNICI

Interesse, floristico, vegetazionale, faunistico, storico

Punto di partenza Case Sant'Antonio
Lunghezza del percorso 5 km     
Dislivello 152 m
Grado di difficoltà basso
Tempo di percorrenza 1,5 ore
Posti di ristoro Area attrezzata Case Sant'Antonio con possibilità di posti letto in bivacco
NOTE:
questo percorso si svolge nel cuore della Foresta di Sant’Antonio, nel mezzo di una vasta e bellissima faggeta sino ad arrivare ai piedi di un albero secolare gigantesco: il Faggione di Prato a Marcaccio
  TRACCIA DEL PERCORSO

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   PROFILO ALTIMETRICO riferito alla traccia nella mappa

   DESCRIZIONE

Dalle Case di Sant’Antonio (nella foto qui a lato, il loro aspetto in inverno)  procediamo lungo la strada forestale in direzione Mandro Vecchio; notiamo sulla destra un filare più o meno continuo di ontani ed arriviamo, poco dopo, al Borro detto “Il Rescolino” dove gli abitanti, nel passato, si recavano a prelevare l’acqua da una piccola sorgente ormai esaurita. Abbandoniamo la strada forestale e saliamo sulla sinistra per uno stretto sentiero che si inerpica nel bosco al fine di compiere un anello intorno al Faggione di Prato a Marcaccio. Salendo ci inoltriamo in una vasta faggeta; sulla destra scorre il Borro delle Lame che nasce da Croce al Cardeto e confluisce nel Borro di Sant’Antonio.

Questa prima parte del sentiero (929 m) è segnalata come “Sentiero delle Fonticine(R6) a causa del susseguirsi di piccole sorgenti che vengono sfruttate per l’approvvigionamento idrico di Reggello. Incontriamo a sinistra una deviazione che conduce alla Croce al Cardeto (sentiero R5), mentre noi avanziamo in salita a zig-zag.Guardandoci intorno vediamo in alto a sinistra il boschetto di Capanna delle Guardie e la centrale eolica; poco dopo arriviamo nei pressi di una grande piazzola detta Carbonaia Vecchia (1036 m). Quindi curviamo sulla sinistra e ci troviamo su un versante più caldo dove ricompaiono la roverella e il cerro; guadiamo il Borro di Braccialupi e, risalendo, rientriamo nella folta faggeta sino ad arrivare al cospetto del regale Faggione di Prato a Marcaccio (1076 m). Si tratta di un faggio secolare dalle enormi dimensioni, costituito dall’unione di due grandi esemplari. Queste sono le sue misure: un’altezza di 30 metri e una circonferenza maggiore di 5 metri. Questa pianta secolare appartiene al patrimonio degli alberi monumentali assai diff usi nei boschi della Toscana. Lo sguardo verso l’alto si perde e, tra le fronde altissime, compaiono chiazze di cielo mentre l’ampio spazio tutto attorno al tronco rappresenta un luogo ideale per fermarsi a contemplare la natura e riposarsi.

Particolare del Faggione di Prato a Marcaccio e, a destra, rifugio di Pian d'Espoli. 


Lasciato alle spalle il faggione
si inizia a scendere: camminiamo per un tratto in quota dove è possibile intravedere dall’altra parte della vallata le Case Sant’Antonio, poi continuiamo a calare tra castagni e cerri sino a incontrare la strada forestale; ci dirigiamo a sinistra sino a raggiungere un tavolino di legno nei pressi di Pian del Tiglio. Qui è possibile fare una deviazione seguendo uno stretto sentiero che, in 10 minuti, ci conduce al bivacco di Pian d’Espoli (959 m), utilizzato un tempo come rifugio dai pastori e dai carbonai.

Dopo aver visitato questo edificio possiamo tornare indietro seguendo la strada forestale fino a Case Sant’Antonio.

 


 
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