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Itinerari FORESTA S. ANTONIO

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Itinerario 1 Da "Reggello" a "Croce al Cardeto"

   DATI TECNICI

Interesse paesaggistico, geologico, floristico, vegetazionale, faunistico
*** consigliato solo agli escursionisti più esperti
Data la lunghezza del tragitto questo itinerario è stato suddiviso in due tratti: a e b

Punto di partenza Reggello
Lunghezza del percorso a  4.5 km     b 9,5 km
Dislivello a  654 m     b 956 m
Grado di difficoltà a  medio     b medio-alto
Tempo di percorrenza a  3 ore     b 4 ore
Posti di ristoro Area attrezzata al Rifugio Massa Nera e Capanna delle Guardie
NOTE:
questo itinerario si svolge nella prima parte al di fuori dell’ANPIL fi no nei pressi di Poggio Massa Nera, dopodiché entriamo nella foresta. Nel primo tratto di dura salita è possibile godere di bellissimi panorami su Reggello e nelle giornate terse lo sguardo si può perdere sino alla cupola di S. Maria del Fiore e sulla più lontana piana Firenze – Prato. Dopo un tratto di strada forestale ci si inoltra nella faggeta per raggiungere Capanna delle Guardie, dove è stato realizzato un laboratorio didattico ambientale e un percorso attrezzato per disabili.
  TRACCIA DEL PERCORSO

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   PROFILO ALTIMETRICO riferito alla traccia nella mappa

   DESCRIZIONE

 Primo Tratto a)
 
Da Reggello si oltrepassa il ponte sul Torrente Resco e, voltando a sinistra, si seguono i segnali del CAI14 lungo la strada asfaltata fino ad un gruppo di case, dove occorre girare di nuovo a sinistra. Si abbandona la strada voltando a destra su uno stretto viottolo che si inerpica attraverso alcuni terrazzamenti coltivati ad olivo, tipici del paesaggio collinare toscano. Si superano alcune abitazioni private (Casellino e Casa Goro), passando per i loro cortili molto curati, sino ad imbatterci su un largo sentiero cementifi cato bianco. Il panorama alle nostre spalle ci sorprende concedendoci un’ampia vista sulla piana del Valdarno sino alla catena dei monti del Chianti; molto suggestive appaiono le guglie di color bruno chiaro simili a piccoli canyon, denominate Balze. Continuiamo a salire, circondati da coltivi abbandonati, in cui dominano ora arbusteti a ginestra di Spagna e cisto femmina ora boschetti di roverella. Poco dopo il sentiero diventa una stradella sterrata che ci conduce al cortile dell’ultima casa (Campo d’Arme, 660 m), adiacente ad un boschetto di roverella e cerro. Nei muretti a secco possiamo riconoscere alcune specie tipiche di questo peculiare habitat: il Sedum sp. e una piccola felce come l’asplenio. Si prosegue in salita lungo un impluvio che si snoda in un bosco fortemente degradato di pino marittimo, cisto femmina ed erica da scope, poi si guada un piccolo ruscello (Borro delle Volpaie - 699 m). Lungo la salita attraversiamo un castagneto devastato da un incendio recente, dall’aspetto brullo; il sentiero poi volta a sinistra (870 m). Se invece di proseguire a sinistra procediamo a diritto, ci immettiamo sul sentiero di collegamento (R0) che, dopo circa 1 ora di cammino, si immette sul sentiero CAI 14 A in corrispondenza dell’edifi cio prefabbricato, citato nell’itinerario 2 (Capanna de’ Bandoni).

Riprendendo invece il nostro itinerario sul CAI 14, il sentiero piega a destra su un tratto a mezza costa dominato da asfodelo e felce aquilina; il terreno può mostrare tracce del passaggio di capriolo e altri ungulati così come è frequente ritrovare gli aculei dell’istrice. Dopo poco si giunge alla Colla di Massa Nera, un punto panoramico a 940 m che si aff accia su un paesaggio assai suggestivo costituito da un susseguirsi di pendici montane incise da profondi solchi vallivi: da qui si domina infatti buona parte dell’area protetta della Foresta di Sant’Antonio.

Panorama da Massa Nera. Più in basso a destra la Croce di Massa Nera.
E’ possibile osservare anche gli impianti della centrale eolica in movimento che si ergono sul crinale del Pratomagno. Si volta
a sinistra, e scorgiamo in lontananza la croce di Poggio Massa Nera. Prima di raggiungere la vetta (1073 m), una piccola deviazione segnalata sulla destra permette di aff acciarsi sulla ripida parete Nord: utilizzata come palestra di arrampicata, off re un bello spaccato di storia geologica con le notevoli bancate di arenaria tipiche del Pratomagno.

Proseguendo si giunge quindi alla croce; il panorama che si gode dalla cima ci ricompensa dalla lunga, faticosa e costante salita.
Nelle giornate terse invernali è facile intravedere anche il famoso cupolone del Duomo di Firenze, opera del Brunelleschi, oppure è possibile starsene seduti e ammirare il placido volo di qualche rapace come la poiana o il gheppio. Il nostro percorso continua in quota tra pini neri e nuovi impianti di castagni in cui è possibile trovare erica, ginestra dei carbonai, rovo con fusti rossi, felce aquilina, croco e carlina. Durante il tragitto sono evidenti i segni della presenza del cinghiale (grosse buche nel terreno) che grufolando con il suo poderoso grugno riesce ad arare ampie superfi ci. Inoltre meritano una citazione i bellissimi squarci panoramici sulla piana del Valdarno. Dopo poco si giunge a un pianoro attrezzato con tavolo, panchina e pannello didattico. Se si eff ettua una deviazione sulla destra, dopo pochi metri, notiamo una costruzione in pietra: il Rifugio diMassa Nera (1054 m) un minuscolo bivacco dove è possibile ripararsi e accendere un fuoco. Dal rifugio ha origine il sentiero CAI 14 A che consente di ritornare nella valle del Resco fi no a collegarsi al CAI 15 (vedi descrizione Itinerario n. 2).
 
Primo Tratto a)
Per il primo tratto vedi a). Proseguendo, si lascia alle spalle il rifugio e si continua a seguire i segnali del numero CAI 14 in direzione Nord (attenzione: ci sono anche le indicazioni per il sentiero CAI 18 che conduce a Cascina Vecchia e poi a Saltino). La vegetazione che ci circonda è molto varia: pinete di pino nero alternate a ericeti in cui ogni tanto fa capolino il ginepro assieme alla rosa canina. Proseguendo ci imbattiamo in un arbusteto a prugnolo ove si può incontrare anche qualche albero da frutto. Quindi si procede attraverso un bosco di castagno e cerro, alternato a cedui di carpino quando il suolo diviene pietroso e umido, come lungo un impluvio. La salita che si mostra aspra con alcuni passaggi assai scoscesi su roccia ci conduce sino a una bellissima faggeta (1158 m), dove è possibile godere la quiete, rimanendo assorti ad ammirare gli alberi secolari. Lungo il sentiero sulla sinistra il suolo più umido accoglie un noccioleto: ci troviamo a Poggio ai Trogoli (1208 m); un breve tratto in leggera discesa ci immette sulla strada forestale. Da questo punto si prosegue verso Nord in salita, nel mezzo a una stupenda faggeta intervallata da rimboschimenti di conifere. Su un ampio tornante (1297 m) si trovano le indicazioni che conducono a Macinaia (da qui, seguendo i sentieri CAI 12 e CAI 13 è possibile raggiungere Saltino, Vallombrosa o Secchieta), mentre noi, lasciando la strada forestale, deviamo sulla destra continuando sul sentiero CAI 14. Subito all’inizio sulla destra è possibile osservare una bellissima pianta di agrifoglio, specie che risale all’era del Terziario (da 65 a 1,8 milioni di anni fa) quando le condizioni climatiche erano assai più calde di quelle attuali. Si tratta quindi di una specie relitta, ossia una specie che è sopravvissuta alle successive glaciazioni rimanendo nascosta in habitat del tutto peculiari e per questo motivo è anche specie protetta dalla normativa della Regione Toscana.
Il percorso continua alla stessa quota in mezzo ad una faggeta superando due piccoli fossi che confl uiranno nel Borro delle Fornaci. Superando una ripida salita tra sassi si giunge in un punto (1347 m) ove si apre un ampio squarcio panoramico sulle vallate interne dell’area naturale e sul Valdarno. Qui è possibile ristorarci dopo l’erta faticosa su una comoda panchina. Un pannello didattico ci assiste nell’identifi cazione precisa dei luoghi, incuriosendoci con precisi riferimenti naturalistici e storici. Dopo poco sulla sinistra troviamo il bivacco denominato Capanna delle Guardie (1347 m), intorno al quale è presente un sentiero attrezzato per portatori di handicap.

Laboratorio e percorso didattico a Capanna delle Guardie


In una porzione del suo fabbricato è stato realizzato un laboratorio didattico la cui visita è possibile sia da parte di scolaresche che di gruppi familiari prenotandosi presso l’Ufficio Ambiente del Comune di Reggello. E’ possibile arrivare a questo rifugio anche attraverso un altro sentiero: “Il sentiero delle Scalette”, segnalato come R4, che parte dal crinale CAI 00, tra Poggio della Risala e la Centrale Eolica. Esso percorre la faggeta in leggera discesa sino ad incontrare sulla destra il CAI 14 (1345 m), in prossimità del punto panoramico.
Da Capanna delle Guardie è possibile proseguire e giungere sul crinale alla Croce al Cardeto attraverso un bel sentiero (CAI 14) di circa 1 Km attrezzato con interessanti pannelli didattici che riportano informazioni su alcune specifiche tematiche legate all’ambiente in cui ci si trova. E’ inoltre possibile osservare la ricostruzione di una vecchia carbonaia e la presenza di alcune sorgenti (Massa Bernagia) che in passato rifornivano di acqua l’abitato di Reggello.
E’ un percorso ideale per famiglie con bambini, per scolaresche, ma anche per tutti gli amanti della montagna. Giunti alla Croce al Cardeto (1356 m) la nostra escursione si conclude con un vasto panorama sulla foresta, su Reggello e sull’intero Valdarno.

Croce al Cerdeto e Capanna delle Guardie con il percorso per disabili.

 
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